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La cena dei cretini

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Si è svolta ieri sera l’ultima, per fortuna, cena di Stato della presidenza Obama. Una State dinner in onore del vassallo Matteo Renzi e della di lui consorte Angela Landini.

Un evento che di gustoso avrà avuto solamente il vivandiere, rovinato purtroppo da una cornice di ospiti e contenuti repellenti. Disgustoso è il fatto che il Primo Ministro italiano, non eletto, a ventisei anni di distanza dalla fine della Guerra Fredda si senta ancora obbligato a rendere omaggio al presidente USA di turno.

Sta facendo le riforme in Italia…l’economia ha mostrato segni di crescita“, così Obama ha omaggiato Renzi. Parole vomitevoli per quanto distanti dalla realtà. L’Italia, secondo le previsioni più ottimistiche, potrebbe crescere nel 2017 dello 0.7% del proprio PIL.

Un nulla cosmico per la nostra economica.

Il tasso di disoccupazione non scende sotto il 12.5% proprio da quando Renzi è al governo (l’indice più alto registrato nell’Italia del dopoguerra).

Il tasso disoccupazione giovanile è oltre il 40%: incommentabile.

Obama però prosegue con l’omaggio al vassallo e così tuona: “Deve restare in politica a prescindere dal risultato“. Una minaccia per tutti quei cittadini che legittimamente voteranno “no”, mentre colui che “deve restare in politica” ci starà senza aver ricevuto un solo voto e avendo per giunta perso un Referendum da lui sponsorizzato.

L’antitesi della democrazia.

Che schifo Mr. Obama.

Il nostro disgusto sale ulteriormente sentendo le parole omaggianti del vassallo fiorentino: “L’Italia considera l’esempio americano come punto di riferimento per questa battaglia (la ripresa economica)”. In effetti la stessa “ricetta” adottata da Obama nel 2008, ovvero quella di salvare le banchetoo big too fail” (troppo grandi per fallire), le stesse che avevano causato la crisi (come Goldman Sachs, Marry Linch e Bank of America), con i soldi pubblici, è stata adottata dall’Italia pari pari.

Obama conclude poi così in bellezza “mentre qualcuno sceglie l’odio e la cultura dell’intolleranza, noi voglia scommettere sulla libertà, sulla nostra identità e sui nostri ideali“. Gli ideali di Obama hanno portato il lancio di 10mila ordigni sul territorio libico, 26.500 missioni aeree, 9.700 attacchi al suolo che hanno portato “un numero imprecisato di vittime civili” (si parla di 50mila morti tra civili combattenti più altrettanti feriti).

Gli ideali di Obama hanno distrutto la Libia, riducendola oggi ad un teatro di scontro tra due fazioni e l’ISIS.Chissenefrega se la popolazione civile libica si trova in mezzo a questo conflitto, gli ideali di Obama sono più importanti.

Gli ideali di Obama hanno portato il Pentagono ad organizzare un programma di addestramento e armamento dei “ribelli moderati” in Siria dal 2013 ad oggi. Le armi americane sono poi confluite nelle organizzazioni, quali al Nusra, affiliate ad al Qaeda, contribuendo così alla distruzione di un altro Paese.

Come qualsiasi feudatario ha bisogno del suo vassallo, così una cena di palazzo ha bisogno del suo giullare, Roberto Benigni, passato dall’essere re della comicità ad uno squallido principe delle giravolte. Benigni, nonostante il passato comunista, omaggia gli ex nemici americani, come già fece d’altronde nel film “La vita è bella” (pellicola che tralascia gli orrori dei bombardamenti a tappeto effettuati dagli americani sul territorio italiano).

Ma non solo questo. Benigni è quello che nel maggio 2016 avrebbe votato “no” al Referendum Costituzionale, per poi ricredersi nel giugno 2016 affermando che si “la riforma è pasticciata, ma con la mente scelgo il si, anche se capisco profondamente e rispetto le ragioni di coloro che scelgono il no“. E infine nell’ultima giravolta datata 5 ottobre 2016 afferma che la vittoria dei “no” “sarebbe peggio della Brexit…è indispensabile che vinca il si“. Ci sono persone che nascono comici e lo rimarranno per sempre.

Nel frattempo consigliamo a tutti un po’ di citrosodina per digerire questa cena ributtante.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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