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Anche Erdogan accusa gli Usa di supportare l’Isis

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Il Presidente turco è sempre più lontano da Washington.

Dopo il “tavolo della pace” organizzato a Mosca tra Russia, Turchia e Iran sul futuro della Siria, ora Erdogan si schiera apertamente contro il suo ex alleato. In una conferenza stampa organizzata martedì ad Ankara il Presidente turco si è così espresso: “Ci hanno accusato di supportare Daesh. Ora sono loro che danno aiuto e supporto ai gruppi terroristici come Daesh, YPG, DYP. È davvero chiaro. Abbiamo avuto conferme grazie a foto e video“. In questo modo Erdogan si allinea del tutto alle posizioni di Mosca. Il Cremlino ha infatti più volte, nel corso della Guerra civile siriana, ribadito lo stretto legame tra Washington e alcuni gruppi terroristici operanti in Siria (come lo Jabhat Fateh al-Sham).

Nel corso del conflitto ci sono state poi diverse testimonianze che sembrerebbero confermare questa tesi. Nel gennaio 2015 il “The Express Tribune” riportava le rivelazioni fatte da un pachistano appartenente all’Isis. Egli durante un interrogatorio avrebbe ammesso che la sua organizzazione, Daesh, riceveva stabilmente fondi dall’America per reclutare nuovi giovani terroristi.

Uno dei candidati alle presidenziali del partito repubblicano, Rand Paul, dichiarò poi che “Isis è sempre più forte perché i falchi del nostro partito hanno fornito indiscrimantamente armi ai terroristi“. Non sembra dunque così fantascietifica la tesi che vuole gli Stati Uniti dietro a un’organizzazione terroristica sorta dal nulla che ha distrutto e destabilizzato un Paese che, guarda caso, era nella lista nera dei falchi di Washington. La Siria era infatti uno dei “rogue states”, stati canagli, secondo l’agenda Bush.

Il Dipartimento di Stato americano ha ovviamente definito “ridicole” le accuse di Erdogan, sostenendo che non ci sono prove per quanto affermato. Alcuni commentatori americani sostengono che le accuse mosse dal Presidente turco siano in realtà una critica verso la politica di Obama, in particolare per il suo sostegno ai gruppi curdi armati, il nemico numero uno della Turchia. Erdogan starebbe così cercando di avvicinarsi a quello che da gennaio sarà il nuovo Presidente degli Stati Uniti, ovvero Donald Trump. Il tycoon, infatti, potrebbe sviluppare una politica estera in stretta collaborazione con la Russia, tagliando i ponti con le tensioni est-ovest create dal Partito democratico.

Erdogan, Putin e Trump formeranno dunque il triumvirato per decidere le sorti della nuova Siria.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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