Home / Affari di Palazzo / Esteri / Gli esattori europei ci bussano alla porta, nonostante il terremoto

Gli esattori europei ci bussano alla porta, nonostante il terremoto

Condividi quest'articolo su -->

Bruxelles bacchetta le nocche italiane, fregandosene del disastro naturale appena sopraggiunto.

L’Unione europea è una sanguisuga, lo diciamo da anni. Non ha codici etici o morali, solo coordinate bancarie. In concomitanza con la tragedia sismica che ha colpito l’Italia centrale è arrivata una lettera dalla Commissione europea. Una sorta di ingiunzione di pagamento. La chiamano “correzione di bilancio” da 3,4 miliardi. Significato? Rientrare di 3,4 miliardi, ovvero la stessa cifra trasformata in tasse per i cittadini. Il tutto per rientrare enllo sciagurato parametro di Maastricht che pone il vincolo di un deficit al 3% rispetto al PIL del Paese.

In un momento in cui il Paese necessita di uno Stato con piena libertà di spesa per garantire la sopravvivenza e la ricostruzione, Bruxelles ne lega le mani. La natura fredda e calcolatrice di quest’Unione viene ben a galla dall’intervista al commissario Ue Pierre Moscovici per il Corriere. Il giornale e il commissario parlano la stessa lingua, ovviamente. Quello che dovrebbe essere un dibattito si trasforma in una chiacchierata tra due persone che la pensano allo stesso modo su tutto. Così Moscovici ha la libertà di esprimere qualsiasi tipo di aberrazione senza una controparte.

Il commissario Ue agli Affari Monetari sostiene che il debito sia una tassa per le generazioni future. Falso. Lo è nel momento in cui l’Italia deve rispettare il parametro di Maastricht del 60% del debito sul PIL, un’assurdità. Il Giappone viaggia da anni con 100 punti percentuali di debito pubblico su PIL più alto dell’Italia senza nessun problema sull’economia reale. La stramba analisi di Moscovici continua imperterrita, arrivando ad affermare la bontà tedesca nel raggiungere un surplus del 9% del PIL sulla bilancia commerciale. Peccato per Moscovici che tutta la storia economica dimostra il contrario. Ovvero che un paese esportatore, come in questo caso la Germania, non indica un buon andamento dell’economia, tuttaltro. Indicherebbe anzi una totale dipendenza dalla domanda estera e un progressivo indebolimento della domanda interna. Un calo della domanda, indica poi un calo dei consumi, con ricadute sui salari e sull’occupazione. I recenti dati dimostrano infatti un aumento della precarizzazione del lavoro tedesco, che conferma la scellerata strategia di surplus attuata da Berlino.

L’intervista prosegue su argomenti politici e giornalista e intervistato si trovano nuovamente d’accordo sul pericolo “xenofobo” in Olanda, Francia e Germania. Moscovici si dice però sicuro al 100% che nessuno dei tre partiti che minacciano l’uscita dall’euro, il Partito per la lIbertà, il Front National e Alternative fur Deutschland, potrà governare. Lo spocchioso e ignorante commissario afferma poi che in Italia i suoi amici “stanno nel Pd“. Speriamo dunque che da essi, Fassino docet, abbia preso le arti divinatorie e che i partiti “xenofobi” possano trionfare in Europa così come Trump ha fatto negli Stati Uniti.  

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

Riflessioni sul neoimperialismo americano nel mondo

Mentre il mondo si interroga sulle azioni della Russia in Ucraina, noi andiamo controcorrente e …