Parassitismo

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C’è un fenomeno oggi tenuto poco in considerazione dal mondo intellettuale ma che, specialmente all’inizio del XX secolo, era al centro del dibattito europeo: il parassitismo. Chi sono i parassiti della società? Per Gramsci e i corporativisti fascisti come Ugo Spirito, Volpicelli e Alfredo Rocco i parassiti sono coloro che attingono il proprio sostentamento dalle classi produttive senza però produrre alcun tipo di risorsa. In poche parole, la classe media e i commercianti.

Naturalmente ora la prospettiva è cambiata. Il parassitismo non è più strettamente collegato al produttivismo. Senza classe media oggi la società crollerebbe.
Eppure non ci si chiede più: in cosa consiste oggi il parassitismo? Chi sono oggi i parassiti nella società?
Nella società di oggi è difficile parlare di parassiti “che prelevano plusvalore senza produrre”. La società dei consumi è molto diversa dalla società dei produttori auspicata dai corporativisti e in parte anche da Gramsci.

Si può tuttavia parlare di parassiti che “prelevano denaro dai servizi pubblici senza renderne conto”.
In quest’ottica, ed è questo il punto del discorso, i parassiti di oggi sono di due tipi:
1) Corrotti
2) Evasori fiscali
 

Ossia chi si impossessa del denaro versato dai contribuenti arricchendosi sulle spalle della collettività, e chi dall’altra parte i soldi proprio non li versa e non si cura della collettività (anche se su questo si potrebbe aprire un dibattito complesso, ad esempio sulle colpe di Equitalia nei confronti dei piccoli contribuenti. Ci si riferisce ai grossi evasori, quelli che evadono milioni di euro.

Nonostante le grosse differenze di prospettiva tra noi del XXI secolo e i grandi pensatori del primo ‘900, c’è tra le due un punto forte in comune: il trattamento che va riservato al parassitismo.
È un male che va estirpato, senza se e senza ma.

Fonte “Radical chic boriosi”.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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