La nuova avventura editoriale di Enrico Mentana, il giornale Open, è stato da noi oggetto di ripetute critiche fondate su alcune incredibili sviste fatte dalla redazione di mitraglietta.
di Gabriele Tebaldi
Sviste che dovrebbero rientrare tra gli errori legittimi cui un cronista di medio livello deve umanamente imbattersi, non fosse che il quotidiano di Mentana si è auto conferito l’ingombrante etichetta di giornale sbufalatore. Un’etichetta davvero scomoda che consegna nelle mani di una redazione giovane ed inesperta la responsabilità di non sbagliare mai, pena la legittima derisione da parte dei colleghi.
L’ultima svista arrivata in ordine di tempo riguarda Greta Thunberg e i suoi presunti finanziatori. Occorre in questo caso sottolineare come premessa che Mentana, nelle ultime settimane, ha deciso di schierarsi apertamente a favore della giovane ragazza svedese e della sua battaglia contro il cambiamento climatico. Come abbiamo in passato sottolineato, Mentana ha la tendenza a mostrare il suo interesse verso un determinato argomento pubblicando in maniera ossessiva articoli, anche striminziti, che abbiano una qualche connessione con la tematica in questione.
Così in un articolo di qualche giorno fa
dal titolo “Greta Thunberg è finanziata da Soros attraverso la “manager-attivista” Luisa-Marie Neubeuer? No!“, la redattrice tenta appunto di dimostrare l’inesistenza di qualsiasi connessione tra George Soros e Greta Thunberg. In realtà, come spesso succede, questi articoli di debunking si rivelano degli incredibili harakiri per chi li scrive. Nel pezzo si legge infatti come Luisa-Marie Neubeuer, un’attivista che si ritrova sempre al fianco di Greta (come si vede nella foto sopra), abbia un ruolo di primo piano nella One Campaign, un’associazione no profit che ha tra i suoi finanziatori proprio la Open Society di George Soros. La redattrice di Open tenta di minimizzare il fatto, spiegando che si tratta di una delle tante fonti di finanziamento dell’associazione.
A guardare gli altri finanziatori però, la musica non sembra cambiare in meglio. Come abbiamo infatti scritto in un recente articolo, la One Campaign è finanziata anche dai colossi digitali, quali Google, Apple e Microsoft. Multinazionali che devono la loro presente e futura fortuna all’utilizzo di un preciso materiale: il coltan. Il ciclo di estrazione e lavorazione di tale risorsa ha notevoli impatti ambientali ed umani che stridono con i principi della One Campaign e conseguentemente di Greta Thunberg.
Veniamo però ora all’ultimo punto
di quella che ci auguriamo essere solo un’improvvida svista della redattrice del giornale di Mentana. Si legge infatti nel pezzo come Soros sia candidamente descritto come un “imprenditore filantropo”, vittima innocente di “infondate teorie del complotto”. La redattrice Maria Pia Mazza viene forse ingannata dalla sua giovane età e non si ricorda della tremenda, e purtroppo reale, operazione di speculazione finanziaria operata da George Soros prima contro la sterlina e poi contro la lira italiana.
Era il 1992, e la Banca d’Inghilterra fu sul punto di fallire e con essa i risparmi dei cittadini inglesi. Il Tesoro italiano perdette da parte sua qualche centinaio di miliardi di lire per evitare la distruzione della moneta, mentre qualche mese dopo il Governo Amato effettuò un’operazione di prelievo forzoso dai conti correnti italiani proprio per tappare il buco provocato da Soros. “Si è trattata di una legittima operazione finanziaria”, ebbe poi a dire il miliardario ungherese dopo quell’azione insensata.
Come ripetuto più volte su queste pagine, George Soros è uno squallido speculatore senza scrupoli e come tale andrebbe descritto e ricordato da chiunque abbia un minimo di memoria storica, soprattutto se si tratta di giornalista o aspirante tale.
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