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L’Idiota

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Non mi profondo in recensioni del romanzo. Quante ne sono state cagate, in duecento anni? Né schede libro: scaricatevelo pure da emule e leggetelo sul kindle: non farete un torto a nessuno. D’altro canto se non l’avete letto non so che ve ne possa fregare di questa descrizione dei personaggi principali del romanzo di Fedor D. Magari è divertente.
 

 

Il “generale” Ardalion Ivolgin. Un personaggio secondario: il mio preferito. Beve come una spugna, finisce in galera per debiti, fa della sua vita un’opera d’arte. Ha fatto la guerra, la scorza ce l’ha dura. Incontra Natasha e le racconta di una storia in cui egli, in treno, butta un cagnolino fastidioso fuori dal finestrino. Natasha non ci casca, aveva letto la storia di cronaca sul giornale la mattina precedente.  Crepa malamente circondato dall’affetto dei figli con cui litiga per seicento pagine e con l’amicizia di uno strozzino leccaculo dei potenti, il buon (mica tanto) affittuario del principe, mr Lebedev.

Rogozin. Un vero cattivo, ma di quelli fighi. Nota il principe nostro beniamino già all’inizio della narrazione. Lui è appena venuto in possesso di una cifra immorale di denaro, mentre il principe ha un sacchetto che contiene tutti i suoi averi e viaggia verso la Russia gelida con un soprabito da Europa centrale (viene dalla Svizzera). Lo prende in simpatia e lo invita da lui. Sul treno c’è anche Lebedev nello scompartimento e comincia a leccare il culo al principe perché principe (ancorché in rovina) e a Rogozin perché ricco da far schifo. Rogozin diventa fraterno amico del principe, ma poi non si fa scrupoli nel cercare di ucciderlo quando di mezzo si mette Natasha, che ama alla follia.

Natasha Filippovna capisce subito la bontà del principe e si innamora di questo aspetto di lui. Ma non certo di lui. Essa è l’emblema della bellezza, l’amore a prima vista. La sensualità di una donna che si vuole ritenere perduta. Che si ubriaca e che getta una valanga di soldi nel fumo soltanto per dileggiare un pretendente secondo lei troppo borghese e attaccato al soldo. La solita strafiga che ti rovina la vita. Alla fine per lei Rogozin finisce ai lavori forzati in Siberia, ma (SPOILER) nelle ultime pagine del libro la secca, la troia.

Aglaja Epancin. Figlia del lavoratore indefesso generale Epancin, e della ricca generalessa, anch’essa appartenente alla schiatta del principe Myskin. Bella, la più belle tra le tre sorelle. Viziata, adorabile, sempre sulle sue. Non degna di uno sguardo il principe, ma infine si innamora della bontà di questi. E questa sarà la sua rovina. Quando Lev Nikolaevic le preferisce Natasha scappa. Meglio si direbbe che lei pensa di capire che lui gli preferisca Natasha, ma non gli lascia il tempo nemmeno di pensare. Orgogliosissima e bellissima, farà poi impazzire tutti scappando con un (finto) conte polacco e tanti saluti alla famiglia che arricciava il naso di fronte al fidanzamento con il principe, andato a monte per un capriccio di Natasha.

Lev Nikolaevic, principe della schiatta Myskin. Ultimo della sua genealogia stimata e rovinosamente decaduta. Un buono talmente buono che viene scambiato per idiota. Ma non lo è. E’ un po’ passivo e in balia degli eventi, ma per Natasha non capisce più niente, mentre dovrebbe scegliere recisamente Aglaja. Cosa che non avrà la forza di fare, per la fine terribile di tutti i nostri personaggi.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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