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L’omelia radical chic: “Referendum ha riportato passione politica”

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4 dicembre, il giorno del giudizio. 
Domani, a quanto dicono, ci sarà l’Apocalisse. Se vince il SI Renzi diventerà il dittatore d’Italia per conto dell’Europa, questo è quanto dicono i sostenitori del NO. Se vince il NO i mercati distruggeranno la nostra economia, ci sarà crisi di governo e instabilità politica, forse un governo tecnico, questa è la tesi dei SI.

In realtà Renzi è già inserviente per conto dell’Unione europea, e la stessa organizzazione sovranazionale ha già stuprato la nostra Costituzione in più articoli. In realtà i mercati non distruggeranno nulla, come è successo dopo la Brexit e dopo l’elezione di Trump.

Sono solo minacce verbali.

La possibilità del governo tecnico è irrilevante dato che l’attuale Governo si è formato alla stregua di un governo tecnico, nominato e non eletto. Questo Referendum Costituzionale inquadra il decesso politico del Paese, si vota su un testo di riforme inutili e scritte male. Eppure secondo Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale, “erano anni che in giro per l’Italia non si discuteva di politica con tanta passione. È bello essere tornati a farlo.” Il paraocchi del direttore di Internazionale non permette di voltare la medaglia e vedere cosa c’è sull’altra faccia.

La passione per l’inutilità.

Il Referendum è riuscito a incanalare l’attenzione dei giovani, quelli che nel 40% dei casi sono disoccupati, su un argomento assolutamente irrilevante, che non cambierà la loro situazione socio-economica. La “schiforma” Costituzionale non prevede in nessun modo un cambiamento della strategia macroeconomica del nostro Paese. Anche il direttore di Internazionale lo dice “Forse oggi servirebbe altro, per esempio interventi radicali per il lavoro e l’occupazione, forti investimenti nella scuola“.

Peccato però che la sua rivista abbia sempre strenuamente difeso l’Unione europea. La stessa che ci ha imposto in Costituzione il Fiscal Compact. Ovvero l’annullamento della spesa pubblica. Caro De Mauro, oggi il nostro Stato spende 100 per i cittadini e li tassa a 100. In questo modo rimane 0 nelle tasche dei cittadini, 0 nelle scuole, 0 nel lavoro.

È di questo che i giovani dovrebbero parlare e indignarsi, giustamente. Tuttavia un’informazione faziosa contribuisce a catalizzare l’attenzione su dei non problemi. I giovani potranno così distrarsi nella pause tra l’invio di un CV e la stesura di una lettera motivazionale, potranno discutere sulle nuove modalità di organizzazione del Senato, sul nuovo ruolo dei sindaci e sulla suddivisione delle competenze tra Stato e Regioni.

Molto interessante.

Contemporaneamente gli investimenti pubblici rimarranno a 0, così come le aspettative per un futuro stabile delle nuove generazioni. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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