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Italiane tra luci ed ombre

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Nell’andata dei sedicesimi le tre italiane impegnate raccolgono soltanto due pareggi e una sconfitta: il passaggio del turno per tutte resta ancora in bilico.

 

A sentire i media quella di ieri doveva essere una sorta di passeggiata per Napoli e Fiorentina e una discesa all’infermo per la Lazio. E invece guarda un po’ l’unica squadra ad essere in vantaggio sul ruolino di marcia per il passaggio del turno è proprio la Lazio che, dopo aver dominato la partita in lungo e in largo, si è stranamente accontentata di uscire indenne e con un goal doro che vale doppio. Pioli ha detto di essere soddisfatto e ha fatto i complimenti ai suoi che avrebbero dovuto essere sotterrati sotto il ritmo e l’aggressività dei padroni di casa e che invece hanno imposto e fatto la gara per quasi tutta la partita ad eccezione del goal del vantaggio iniziale turco dovuto ad una incredibile, non la prima, distrazione del pacchetto difensivo che ha lasciato i giallorossi liberi di fare in area quello che volevano.

Dopo la…solita bambola iniziale, la Lazio ha saputo stringere i denti e ha incominciato ad ubriacare gli avversari con un tiki taka degno del miglior Barcellona e con un Biglia in regia tornato ai suoi livelli eccelsi. Peccato che lì davanti la Lazio non abbia Messi e Suarez ma si debba accontentare di Matri, dei resti di Klose e del poco mobile Djordjevic. Infatti i biancocelesti riescono solo a pareggiare con una grande incornata di Milinkovic il cui tiro non riesce ad essere trattenuto dalle manone dell’ex Muslera. Poi…il solito spreco davanti con occasioni ghiotte che sono state di volta in volta sprecate come solo la Lazio di questi tempi sa fare. Insomma i soliti limiti se vogliamo sia in attacco che in difesa dove Hoedt e compagni la loro brava distrazione-stupidaggine  nell’arco della partitala riescono sempre a farla. Alla fine comunque è bastata una Lazio almeno attenta nel pressing di centro campo e sempre pronta a ripartire per cogliere un pareggio con reti e andare al ritorno all’Olimpico con più che una speranza: per ora basta così…poi dagli eventuali ottavi in avanti, a meno di urne benevole, occorrerà sinceramente fare qualcosa di più che…tenere il pallino del gioco e recriminare per un rigore comunque sacrosanto ai danni di Matri.

 

Meno bene il Napoli che ha dimostrato come senza Higuain, tenuto in panchina per tre quarti dell’incontro, si ridimensioni a squadra buona ma niente più. Sarri si deve decidere ad utilizzare  il Pipita anche in coppa se no…la qualificazione ai turni successivi potrebbe presto diventare una pia illusione. Il Napoli infatti segna solo con l’argentino in campo: se in campionato togliessimo i suoi goal il Napoli veleggerebbe più o meno ai livelli della Lazio alla quale continua a mancare appunto un top player come lui. A rendere ancora più amara una sconfitta comunque ancora riparabile ci ha messo anche lo zampino l’arbitro olandese che non ha visto un mani a terra di Soriano e che avrebbe potuto dare una svolta diversa alla partita. Per carità il Villareal ha dimostrato di non essere né il Real Madrid né tanto meno il Barca o il Valencia che ha tritato il Rapid Vienna con un tennistico 6-0, ma è bastata una punizione calciata degnamente da Suarez per avere ragione di un Napoli un po’ sottotono e al quale i venti-venticinque minuti giocati dal Pipita non sono stati sufficienti per trasformarsi da squadra umana a squadra spaziale. Il ritorno potrebbe essere piacevole a meno di qualche scherzetto spagnolo e di qualche ulteriore amnesia sarriana riguardo all’esistenza di Higuain, se no…ci viene da pensare che tra Europa e Campionato la scelta sia già stata fatta e non a favore della prima.

 

La Fiorentina mastica amaro e deve accontentarsi di essere uscita sull’1-1 al Franchi con il ritorno che a questo punto si fa cosa seria anche se i giochi sono ancora aperti. Il Tottenham è anche fortunato perché passa in vantaggio grazie ad un rigore concesso per atterramento di Tomovic ai danni di Davies o…forse l’esatto contrario. Ma quello che si deve rimproverare alla Viola è stato il pressapochismo con cui si è presentata al cospetto del portiere avversario perché, vuoi forse per la fretta di pareggiare, vuoi per l’importanza dell’avversario e della partita, quel pallone non ne voleva proprio sapere di entrare in porta. Alla fine c’è voluto il migliore Bernardeschi per compiere il capolavoro della serata che a mezzora dal termine regala almeno la gioia non sublime del pareggio. Al ritorno, nel catino infernale del White Hart Lane sarà dura, anzi durissima ma con la consapevolezza che potrà bastare anche un solo tiro…o due azzeccati nella porta avversaria per decidere l’incontro e la qualificazione.

Infine un appunto ai media, esclusa Sky per ovvi motivi, che continuano a snobbare l’Europa che…secondo loro non conta un cavolo. Lor signori dimenticano che anni fa quando le cose erano sicuramente migliori rispetto ad ora, a nessuno venne mai in mente di disprezzare l’onesta Coppa Uefa o la Coppa delle Coppe tanto che quando la Juve alzò la sua prima coppa al cielo e…non era la Coppa dei Campioni ma appunto la minore Coppa Uefa, i giornali gridarono che madama bianconera aveva alzato l’unico trofeo che le mancava. L’Europa League, e ci dispiace per quelli che non la pensano così, è ancora a tutti gli effetti una coppa europea ufficiale in tutto e per tutto equiparabile alla Coppa Uefa di un tempo con tutte le conseguenze del caso: in primo luogo che è meglio alzare al cielo la coppa cosiddetta minore che arrivare in finale di Champion’s e perderla prendendo la coppa di legno e un abbraccio consolatorio. Se i vari soloni del calcio non sono d’accordo con quanto diciamo allora rifondiamo di nuovo tutto come si dovrebbe e cambiamo nuovamente le carte in tavola: saremmo i primi in quel caso ad applaudire.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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