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Lazio chi va piano va sano e va lontano

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Finisce 1-1 la trasferta insidiosa di Praga con un gran goal di rapina di Parolo ma anche l’altrettanto solita distrazione difensiva dei primi 15 minuti. Il ritorno si preannuncia abbastanza in discesa.

 

Il pareggio, specialmente l’1-1, in trasferta, è un risultato al quale i tifosi laziali sono ormai abituati da tempo: l’ultimo in campionato contro gli altri granata del Toro. Due partite, le ultime, che vanno a braccetto per le similitudini abbastanza marcate a parte il rigore fallito da Insigne. Infatti, come ormai succede con puntualità allarmante, i primi quindici minuti devastanti sono un marchio di fabbrica a cui i giocatori biancocelesti proprio non riescono a rinunciare. Evidentemente per incominciare a giocare come Dio comanda la squadra di Pioli ha bisogno forse anche inconsciamente di essere pungolata da una rete nei primi minuti. Solo allora la banda incomincia a prendere in mano i suoi strumenti e a suonare il suo concerto, concerto che si avvale di molti bassi, viole e violini ma che manca come sempre dell’acuto necessario a…bucare la rete avversaria.

La Lazio anche stasera, dopo la scoppola iniziale di Frydeck e il preavviso precedente di Lafata che ha mancato il goal per un nonnulla, ha incominciato a svegliarsi dal suo torpore come quei pugili suonati che al rintocco del gong si rianimano e in modo scomposto incominciano a dimenare le braccia e i pugni nel vuoto. Così la Lazio dopo il sublime rintocco dell’ennesimo goal incassato ha incominciato a fare il suo gioco in modo anche diligente tenendo bene il centro campo con un pressing discreto che ha formato una specie di Vallo di Adriano a centro campo e che ha quasi impedito che lo Sparta rinfocolasse l’onda d’urto del suo tifo. Il possesso palla è quindi schizzato percentualmente a favore della Lazio ma qui si fermano le note liete perché come al solito la Lazio manca completamente di un finalizzatore degno di tal nome.

Tale non è Matri onesto pedalatore d’area di rigore ma almeno di categoria rispetto all’insipienza tecnica di Djordjevic e con qualche primavera in meno rispetto a Klose. E tale non è il buon Balde Diao bravo a scartare i suoi marcatori come birilli, bravissimo a fare colpi di tacco prelibati per i suoi compagni, altrettanto capace nel difendere il pallone permettendo alla squadra di salire per poi ripartire con stile perfetto e buona velocità. Peccato che quando arrivi al cospetto del portiere avversario sia in grado nove volte su dieci di tirare in porta con la leggiadria di una farfalla o…con quella, se preferite, di un allievo regionale di tredici anni. Al talento ispanico senegalese manca infatti quasi completamente la potenza fisica dote senza la quale un attaccante non riuscirebbe a segnare neanche in un campionato di Eccellenza.

 

Alla Lazio per mettere quella maledetta palla in buca non rimangono quindi che Candreva e Parolo con qualche pizzico di Biglia e, quando Pioli lo vede, Felipetto nostro. Infatti proprio Parolo, guarda caso, pareggia avventandosi sul pallone che il portiere ceco non trattiene sull’incornata quasi vincente di Hoedt, mentre, riguarda caso, proprio Candreva trova prima la manona sempre dell’estremo dello Sparta e poi la traversa sui suoi due tiri da cineteca del calcio.

Ha tenuto invece discretamente la difesa, goal e distrazione di Bisevac a parte, ma…al ritorno Pioli avrà ancora una difesa su cui contare o dovrà chiamare in blocco quella della Primavera? E sì perché alla fine si fanno male Konko, il neo entrato Basta, Radu e mettiamoci pure Bisevac rimasto in campo per puro spirito di sacrificio o…se preferite per onor di firma. Alla fine prendiamoci comunque questo risultato non eclatante ma…quasi salvifico perché nella prossima….trasferta all’Olimpico di Roma la Lazio potrà gestire la partita come meglio crede stando attenta alle improvvise accelerazioni ceke e chissà che il match nell’antro oscuro e desolato posto tra Monte Mario e il Tevere non finisca a tarallucci, un quartino di vino dei castelli e…quarti di Europa League.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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