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Il Viaggio mutilato

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Non c’è gusto né encomio nel viaggio low cost, unica possibilità per giovani e meno giovani. Le compagnie aeree tradizionali non sanno stare al passo ed il treno è di nuovo bellezza di viaggiare: le stazioni sono ancora di nuovo marmorea e calda accoglienza, mentre gli aeroporti-centro commerciale sono freddi come ospedali.

I giovani del mondo, non solo la generazione erasmus, ma dai diciott’anni (o prima) in poi, viaggiano in aerei con solo economy class, schiacciati come in una tonnara, con aerei con sedili di polistirolo pressato, sottilissimi per avere qualche poltrona in più. Addirittura Ryan ha provato a introdurre i posti in piedi, ma l’Unione ha risposto picche, cause di sicurtà. Sarebbe comunque  meglio in piedi che di fianco ad un puzzone alcolizzato proveniente da chissà quale scuro anfratto d’Europa. In futuro non si pagherà nemmeno più l’aereo, profetizza l’amministratore delegato della globale compagnia irlandese.

Di Ryanair i giovani d’Europa hanno l’app sullo smarphone, pronti a scannerizzare il biglietto elettronico, pagato 30 euro, ai tornelli degli aeroporti d’Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Polonia, Grecia, eccetera. Probabilmente arriveranno da un erasmus o da vacanze da amici conosciuti online, e saranno stravolti, piomberanno in un volo di due ore o più in un sonno catartico che il corpo chiedeva con insistenza da giorni. Torneranno divertiti, arricchiti, si sentiranno erroneamente cittadini del mondo per aver fatto duemila chilometri ed essersi scopati una sciatta spagnola con i capelli unti, per dire… O per aver pagato due birre 20 euro a Londra, dove sognano di tornare, con la laurea in ingegneria o giurisprudenza, a fare i lavapiatti vivendo in un umido sottoscala. E’ la moda applicata al viaggio, nient’altro. E le compagnie furbe la sfruttano incrementando i voli verso tali destinazioni gettonate, da ogni aeroporto o aeroportino che abbia un potenziale ampio bacino di viaggiatori (si pensi al piccolo Levaldigi di Cuneo, che si collega cotidiae con Londra). Ryan, Easyjet e le compagnie low cost sono interpreti dello spirito dei tempi, e operano in Europa con una professionalità lontana da quella di un’Alitalia guidata da un solone storico che già organizzò Italia 90 (ancora ne stiamo pagando i debiti) e presiedette Ferrari e Fiat, con una faccia simile a quella di Gianni Agnelli. Questo signore, avulso da società e spirito dei tempi, vorrebbe risanare, a colpi di fusioni e regalie di parti della compagnia di bandiera, la stessa Alitalia.

 

Ai giovani non frega niente di dormire per terra per arrivare dove sognano per un prezzo decente. Che poi il sogno sia fare il cameriere a Barcellona, bé, come si può biasimarci? Si respira aria di mare, si mangia e beve bene, si sta in una città funzionale, funzionante, in un paese ormai più civile e sostenibile del nostro. La bellezza dell’aeroporto che intimidisce, delle donne in tailleur che prendono l’aereo e stanno nella prima parte, quella con la tendina, con il sedile così largo, a gambe incrociate e nerborute, fasciate in calze che emanano candidi e melliflui stimoli odorosi, sono ormai reperti del viaggiare passato. Oggi gli aerei sono carri bestiame che caricano soprattutto gli isolani e i lontani, o chi ritorna a casa a stare coi parenti qualche giorno e mangiare bene (e finalmente tanto). Inutile quindi, in un’ottica di globalismo che ci attornia da decenni, opporsi ad esso in modo vetusto seguitando a chiedere tariffe di volo sproporzionate rispetto a quelle delle compagnie a basso prezzo, perché gli aerei resteranno vuoti. E’ necessario invece cercare di essere più innovativi, fare partire gli aerei a tutte le ore possibili (stile EasyJet, Wizzair, Ryanair, ecc.). Ormai sono le stazioni ferroviare le basi di partenza per un viaggio che può lasciare un po’ di sogno nell’anima del viaggiatore, ritornate, o forse sempre state, retrò ma non passatiste, sede di poesia e profumi.

Per dirla con le parole di Buttafuoco (dal Fatto, 12 dicembre): “Gli aeroporti – fino agli anni Novanta una sorta di non luogo del trionfo consumistico – sono diventati adesso dei transiti cheap infatti, asfissianti camminamenti in economy surclassati in charme dalle stazioni ferroviarie, tutte degne di Anna Karenina, tanto sono diventate eleganti e chic con le loro vetrine da Christmas Carol. Perfino Termini, a Roma, col Mercato Centrale che raduna bella gente ai tavoli sembra essere diventata Milano…
Altro che Freccia Alata, il ceto medio – il Signor Bonaventura – ha ormai buttato nel fondo di un cassetto la tessera Mille Miglia figurarsi lo stupore nel ricordare oggi ciò che era Alitalia con le poltrone foderate dai tessuti Trussardi, cosa diventava l’atrio di Linate già nell’approssimarsi di Sant’Ambrogio.
Una Emanuelle, oggi, non avrebbe modo di consumare un amplesso tra le strettoie low cost degli aerei. Abitacoli buoni al più per sardine e non certo per avvenenti sirene dal reggicalze col gancio (bisognoso di spazio per l’allaccio). E sono infatti i tagliati fuori – come i sardi e i siciliani, e i meridionali in genere – a dover prendere l’areo.
La distanza paga pegno ed è un chiaro segno di un andazzo: nessun maggior stupore che ricordarsi dei tempi squillanti nell’attuale mestizia. Ancora nell’anno 2000, negli aeroporti, nella zona degli arrivi c’erano i negozi dei fiori…”

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Di Redazione Elzeviro.eu

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