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Buona fiera dell’ipocrisia e felice anno di stress

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Chiniamo il capo alla fiera dell’ipocrisia, vantiamoci di successi mai raggiunti già solo perché li stiamo sovrastimando davanti a gente che vediamo poco o mai e con cui abbiamo solo dei comuni ascendenti. Le nostre anime gemelle chissà dove, forse sono in una miniera, in Cina, o muoiono di fame all’equatore. Minimizziamo le nostre sofferenze e i nostri fallimenti di quest’ennesimo anno, che acuiscono quelli già circumnavigati nelle conversazioni coi parenti dell’anno passato. Nutriamo la nostra morbosa invidia verso chi ha più denaro, o la nostra tremenda accidia per chi ha una famiglia con pargoli adorabili, il nostro snobbismo verso chi li ha maleducati, la nostra educata stizza verso chi li ha malati. Anche se sono parenti. Diamo o prendiamo strizzamenti di guance, baci e domande di completa circostanza. Notiamo chiazze di calvizie che si sporgono sempre più, tamburelliamo le dita tra una portata e l’altra, pensando alle cose che dovremo fare non appena queste brevi festività saranno terminate. Portiamo i bimbi a messa e facciamo finta di pregare Iddio che ci dia tanta felicità.  Ma soprattutto la salute, i soldi e la salute. Auguriamo un felice Natale a chi infiocchetta gli animali, a chi veste i chiwawa o i bouledogue con corna di renna. Auguri a chi, più o meno consapevolmente, riversa su di essi lo stress di tutto l’anno e che crede che il vero amore incondizionato di un animale possa riempire la vita di una persona che non ha la schiena abbastanza dritta per andarselo a cercare tra gli uomini. Gli uomini, quelle infauste creature che non rendono amore incondizionatamente alla stregua di teneri animali domestici. Auguri a chi lascerà le bestiole sempre a casa da sole, auguri a chi si renderà conto che il cane è diventato troppo grosso e la prossima estate se ne sbarazzerà lasciandolo in campagna, auguri a chi non va a correre perché non ne ha voglia, ma poi impiega ore della sua vita a lamentarsi della pancia o del culone, come se non fosse una scelta. Auguri a chi fa confronti fra cognati, cognate, a chi non rispetta suoceri e genitori. Alfine il confronto coi parenti è molto temuto. Auguri soprattutto a chi non si piega a quest’ipocrisia, non facendo buon viso a cattivo gioco… e “rovina” il Natale a tutti.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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