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Sosta temporanea indicando numero targa: burocrazia o grande fratello?

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Stalli e novità. 

Vuoi sostare? Non basta inserire nell’apposito parcometro le monete per pagare, devi forzatamente digitare gli estremi della targa dell’auto, se no niente agognato scontrino da esporre e, quindi, niente sosta. 

È quanto accaduto in una ridente località del Centro Italia ove abbiamo avuto opportunità di verificare (per la prima volta) l’introduzione di questa nuova “variante” alla già vessatoria imposizione delle “strisce blu”.

Rendendosi conto della obbligatorietà della indicazione della targa, ci si sente ancor più spiati dal “Grande Fratello” che tutto vede e tutto sa. Sarà anche per una deformazione mentale, visto che da sempre si rimarca l’esistenza e pericolosità di tale impostazione sociale.

Ma il solo fatto di dover segnalare dove si parcheggi (ed a che ora) può scatenare le più complottiste immaginazioni… soprattutto perché operazione “a pagamento” ed in cambio di nessun servizio.

Ora, così riferiscono fonti informate, tale accorgimento è già in uso in qualche parcheggio, naturalmente negli aeroporti e pure in altre località. Negli scali aerei e negli snodi come le stazioni ferroviarie e marittime può avere un senso dover dichiarare la targa del veicolo in sosta ai fini di controlli antiterrorismo (in effetti, di per sé, non serve lo stesso a gran ché).

Ma in una pubblica via, parcheggiata senza che si abbia diritto a sorveglianza ed assicurazione antifurto supplementare, perché si deve inserire un dato che viola la privacy del proprietario?

A cosa serve realmente, dietro autoindicazione, localizzare e memorizzare in chissà quali server dove sosta l’auto (e, di fatto, chi la occupa)?

Dribblando cortesemente l’ingenua risposta datami oggi da un comune cittadino: “così gli addetti ai controlli possono evitare che un tagliando emesso per un’auto venga utilizzato su un’altra”, si ricerca ancora una risposta sensata.

Quando si inserisce la moneta si acquisisce il diritto di sosta per un limitato periodo dentro uno stallo, non esiste che si debba indicare forzatamente chi lo acquista, visto che, si vuole ribadire, sono parcheggi incustoditi e senza assicurazioneperaltro la maggior parte non dovrebbero neppure esistere poiché non siti presso luoghi di interesse storico che ne giustifichino legalmente il pedaggio.

E’ tuttavia la prassi che permette l’invasività di queste discutibili regole: dopo una sommaria osservazione si può constatare, infatti, che tutti gli altri automobilisti raggiungono il parcometro, inseriscono dati e soldi e ritirano lo scontrino da esporre senza, apparentemente, porsi alcuna riflessione. 

V.Mannello; F.Altea

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Di Redazione Elzeviro.eu

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