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E gli Agnelli/Elkann se ne lavano le mani

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STELLANTIS: CARLOS TAVARES ALLA CAMERA: “SENZA INCENTIVI NON CE LA FACCIAMO”.

Ieri alla Camera dei Deputati è andata in scena l’ennesima replica della strategia che da un centinaio di anni la Fiat ha sempre perseguito con una determinazione feroce in Italia: i profitti a loro e le perdite allo Stato. Una strategia che i nipoti dell’Avvocato hanno affidato all’amministratore delegato di “Stellantis” (così di chiama l’ex Fiat), il portoghese Carlos Tavares, che ha svolto egregiamente il suo ruolo, “audito” alla Camera dei Deputati.

Ho ascoltato Tavares su Radio Radicale e mi sembrava di stare a teatro. Intanto Tavares non spiccica una parola d’italiano e c’è voluto l’interprete per far capire agli onorevoli e senatori, quello che andava dicendo che, in sintesi e tradotto dal portoghese, è: dateci i soldi se volete che restiamo in Italia, altrimenti ce ne andiamo da qualche altra parte e negli stabilimenti rimasti ci potete coltivare le barbabietole. “Mi chiedete perché non vendiamo auto elettriche in Italia?”. Ecco la risposta senza vergogna di Tavares ai parlamentari: “Perché costano troppo! E senza incentivi e sussidi statali per renderle accessibili al consumatore medio italiano, non si producono e non si vendono”. Come? Hanno chiesto gli astanti, attraverso imposte e nuove tasse? La risposta di Tavares è stata lapidaria: “ Questo è un problema vostro, in ogni caso per sostenere la domanda in Italia servono notevoli iniezioni di incentivi sennò non ce la facciamo”.

Ad ascoltarlo c’erano tutti: Schlein, Calenda, Conte, che gli hanno chiesto delle migliaia di lavoratori in cassa integrazione, della delocalizzazione delle produzioni nei paesi dell’Est Europa, dei prossimi licenziamenti, dei piani industriali inesistenti, ma Tavares è andato dritto come un treno sulla linea decisa dagli Elkann/Agnelli che, nello scorso aprile, hanno portato lo stipendio annuo del CEO a 37 milioni di euro, 3 milioni netti al mese. La verità è che ai nipoti del fu Avvocato, dell’auto non gliene può fregare di meno. A John Elkann interessa la finanza, le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, tutte cose che non ti costringono a fare i conti con i sindacati, gli scioperi, i cortei. Lo stesso dicasi per i giornali, li sta vendendo uno a uno a chiunque gli faccia un’offerta anche irrisoria, non a caso si è dimesso anche da presidente del gruppo Gedi che edita La Repubblica, perché avere a che fare con i giornalisti e come con gli operai, sono solo rogne e lui è di un’altra dimensione. D’altra parte solo a John Elkann, forse su suggerimento di suo fratello Lapo, il creativo della famiglia, poteva venire in mente di offrire agli operai in cassa integrazione della Maserati, l’acquisto di una fuoriserie a prezzo scontato. Roba che neanche alla regina di Francia (poi ghigliottinata) che voleva dare le brioches al popolo affamato, poteva venire in mente.

Bruno Chiavazzo

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Di Redazione Elzeviro.eu

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