La casa è insopportabile per il potere tecnocapitalistico e per gli usurai cosmopoliti dacché è il luogo sacro e indisponibile della famiglia e delle relazioni non mercificabili: è, per così dire, un tempio inaccessibile alla logica illogica della mercificazione di tutto e di tutti.
E poi la casa è l’emblema del radicamento e dell’abitare stabile: anche questo aspetto è inaccettabile per la società del precariato e della deterritorializzazione, che ci vuole tutti mobili e sradicati, senza legami con i luoghi e con i territori.
Homines migrantes, come dicevo nel mio libro “Storia e coscienza del precariato”: apolidi dell’esistenza, precari del mondo della vita. Chi ha una casa, è potenzialmente stabilizzato, meno disponibile all’erranza diasporica richiesta dalla dinamica del mercato globale.
si spiegano le parole, apparentemente sfingiche, dell’ex banchiere di Goldman Sachs, Mario Draghi, l’unto dai mercati: fino al 2026 non cambia nulla. Fino al 2026, appunto. Poi ci sarà la riforma del catasto. Come se fosse una bomba a orologeria.
I più si soffermano, tirando un sospiro di sollievo, sul qui e ora: e non pensano a cosa potrà accadere realmente dal 2026. Chi volesse comprare ora una casa, sapendo però che nel 2026 le tasse potrebbero aumentare cosa farà esattamente secondo voi? Si potrebbe parlare di crollo pianificato del valore immobiliare?
STELLANTIS: CARLOS TAVARES ALLA CAMERA: “SENZA INCENTIVI NON CE LA FACCIAMO”. Ieri alla Camera dei…
E` finalmente calato il sipario su queste Olimpiadi, che si sono svolte soltanto 3 anni…
Il 27 sera scorso Rai 3 ha mandato in onda una puntata della trasmissione serale…
Come si fa a non rivolgere un pensiero, nella giornata della memoria delle vittime dell'Olocausto,…
"Gli avvoltoi hanno fame" e` il titolo di un film western diretto da Don Siegel…
Alla luce della visita in Italia del magnate della mobilita` elettrica, l'eclettico Musk, occorre fare…