Continua l’opera di distruzione in Siria perpetrata dal sultano turco Recep Tayyip Erdogan.
Dopo aver violato impunemente il diritto internazionale e gli accordi di Astana, invadendo militarmente uno stato sovrano, la Siria, e dopo aver messo sotto assedio la città di Afrin, ecco l’ennesimo scempio della Turchia.
Lo fa sapere in un comunicato la direzione generale del dipartimento siriano per le antichità: “Gli aerei turchi hanno bombardato il sito archeologico di Barad, 15 chilometri a sud della città di Afrin“. A rischio monasteri bizantini e tombe paleocristiane. Sempre secondo il dipartimento l’aviazione turca avrebbe già distrutto la tomba di San Marone e la Cattedrale di San Giuliano.
Un delitto contro la cultura al pari della distruzione di Palmira perpetrata dai tagliagole dell’Isis. Due scempi che non possono che porre sullo stesso piano i due colpevoli, la Turchia di Erdogan e lo Stato Islamico.
I media italiani ed europei, sempre molto attenti a denunciare il Governo siriano al minimo colpo di pistola, dimenticano di riportare la notizia. Ancora una volta due pesi e due misure.
[Clicca QUI per vedere il video dell’invasione turca ad Afrin]
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