Sollevano anche serie preoccupazioni relative all’integrità elettorale e alla fiducia del pubblico nelle elezioni. Queste sono questioni di grande importanza pubblica che meritano l’attenzione di questa Corte. La Corte dovrebbe accogliere la mozione del querelante per il permesso di presentare l’atto di citazione.
E’ quanto hanno scritto da 17 procuratori generali di altrettanti stati degli USA nella loro causa depositata ieri, mercoledì 9 dicembre, presso la Corte Suprema in relazione alle presunte violazioni che sarebbero avvenute durante le elezioni presidenziali del 3 novembre scorso in quattro “Swing-States” (Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin) fondamentali per l’assegnazione dei Grandi Elettori che secondo i risultati finora certificati hanno consentito la proclamazione ufficiosa di Joseph Biden quale presidente-eletto.
potrebbe mettere in discussione ben 62 grandi elettori attualmente attribuiti a Biden che in quegli stati è stato certificato vincitore. Se questa richiesta di invalidazione fosse accolta potrebbe far scendere da 306 a 244 il totale dei voti favorevoli al candidato dei Blue, sotto ai 270 necessari per la vittoria, rimettendo in corsa quello dei Red che ne ha solo 232.
In Pennsylvania sia la Corte Distrettuale che quella Suprema (dello Stato) hanno respinto la richiesta della sospensione della certificazione dei voti avanzati dalla campagna di Trump, tramite l’avvocato Rudolph Giuliani, che quella del rappresentante repubblicano Mike Kelly ritenendole infondate.
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